OCM Vino Misura Investimenti – Bando pubblico regionale anno 2021/2022

OCM Vino Misura Investimenti - Bando pubblico regionale anno 2021/2022

 

In attuazione del Regolamento (UE) n. 1308/2013, del Reg. delegato (UE) n. 2016/1149, Reg. di esecuzione n. 2016/1150 e delle previsioni del Decreto n. 911 del 14 febbraio 2017 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) è concesso un sostegno per investimenti materiali e/o immateriali in impianti di trattamento e in infrastrutture vinicole nonché in strutture e strumenti di  commercializzazione del vino diretti a migliorare il rendimento globale dell’impresa, soprattutto in termini di adeguamento alla domanda del mercato e ad aumentarne la competitività e riguardano la produzione e/o la commercializzazione dei prodotti di cui all’allegato VII parte II del Reg. (UE) n. 1308/2013, ad esclusione dell’aceto di vino di cui al punto 17, anche al fine di migliorare i risparmi energetici, l’efficienza globale nonché trattamenti sostenibili.

La misura di aiuto si applica su tutto il territorio della Regione Lazio e, pertanto, gli investimenti finanziati con il presente bando pubblico dovranno essere ubicati su detto territorio.

L’approvazione e la relativa ammissibilità delle domande di aiuto biennali da parte di ciascun richiedente, che potrà presentare una sola domanda, è garantita fino all’esercizio finanziario 2023 ne consegue che nessuna erogazione potrà essere effettuata dopo il 15 ottobre 2023.

In linea con quanto previsto dalla Istruzioni operative Agea n.64 del 12/07/2021 possono accedere all’aiuto i soggetti che, alla data di presentazione della domanda:

  • siano titolari di partita IVA;
  • risultino iscritti al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato (CCIAA);
  • abbiano costituito nel SIAN un “Fascicolo aziendale elettronico” aggiornato e valido.
  • che svolgano almeno una delle seguenti attività:
  1. la produzione di mosto di uve ottenuto dalla trasformazione di uve fresche da esse stesse ottenute, acquistate, o conferite dai soci, anche ai fini della sua commercializzazione;
  2. la produzione di vino ottenuto dalla trasformazione di uve fresche o da mosto di uve da esse stesse ottenuti, acquistati o conferiti dai soci, anche ai fini della sua commercializzazione;
  3. l’elaborazione, l’affinamento e/o il confezionamento del vino conferito dai soci, e/o acquistato anche ai fini della sua commercializzazione. Sono escluse dal contributo le imprese che effettuano la sola attività di commercializzazione dei prodotti oggetto del sostegno;
  4. la produzione di vino attraverso la lavorazione delle proprie uve da parte di terzi vinificatori, qualora la domanda sia rivolta a realizzare ex novo un impianto di trattamento o una infrastruttura vinicola, anche ai fini della commercializzazione. Per “proprie uve” si intendono le uve aziendali prodotte dalla ditta richiedente.

Nel caso di microimprese, piccole e medie imprese come definite all’Allegato 1 del Reg. (UE) n. 702/2014, il contributo di aiuto concedibile è pari al 40% del costo totale dell’investimento ammesso a finanziamento e della spesa ammissibile effettivamente sostenuta.

Il contributo è ridotto al 20% del costo totale dell’investimento e della spesa ammissibile effettivamente sostenuta qualora l’investimento sia realizzato da una impresa classificata come intermedia, ovvero che occupi meno di 750 dipendenti o il cui fatturato annuo non superi i 200 milioni di euro.

Per le imprese classificate come grande impresa, ovvero che occupi più di 750 dipendenti o il cui fatturato sia superiore ai 200 milioni di euro, il contributo erogabile è pari al 19% e della spesa ammissibile e sostenuta.

Agli effetti delle disposizioni regionali attuative della presente misura di aiuto agli Investimenti OCM Vino, campagna 2021/2022, l’accesso al presente bando pubblico è consentito esclusivamente per operazioni con un costo totale dell’investimento previsto, comprensivo di tutte le voci di investimento e di spese generali, inferiore a 300.000 euro.

Gli investimenti ammissibili all’aiuto sono quelli di seguito riportati:

  1. la costruzione, ammodernamento, miglioramento e riconversione di beni immobili dell’azienda per la razionalizzazione e ottimizzazione dei processi produttivi mediante realizzazione, ristrutturazione, ampliamento e adeguamento delle strutture di trasformazione, confezionamento, commercializzazione, conservazione e stoccaggio dei prodotti vitivinicoli, anche al fine del miglioramento ambientale, ivi incluse le strutture destinate al commercio al dettaglio, per sale di degustazione del vino (sale di presentazione e assaggio di vini) e per uffici;
  2. acquisto macchinari e attrezzature nuove impiegate nella trasformazione, confezionamento, commercializzazione, conservazione e stoccaggio dei prodotti vitivinicoli. Tra questi: impianti tecnologici, recipienti, contenitori, barriques, hardware, interventi per il potenziamento e la razionalizzazione delle fasi della logistica. Sono ammissibili anche mezzi di trasporto specialistici permanentemente attrezzati per l’esclusivo trasporto di prodotti vitivinicoli connessi all’attività di impresa e agli obiettivi del presente bando, come anche spese per arredi per locali destinati al commercio al dettaglio, per sale di degustazione e per uffici, spese per l’introduzione di sistemi volontari per la certificazione di processo e di prodotto.
  3. investimenti immateriali: acquisizione o sviluppo di programmi informatici (hardware e software per l’adozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e per il commercio elettronico), acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali.

Scadenza: 15 novembre 2021.

Contributi alle imprese agricole gravemente danneggiate dalla cosiddetta “moria del kiwi”

Contributi alle imprese agricole gravemente danneggiate dalla cosiddetta "moria del kiwi"

 

È concesso in regime di de minimis il contributo previsto dall’avviso pubblico approvato dalla Regione Lazio al fine di coprire le spese sostenute per interventi atti a prevenire e a contrastare il fenomeno della cosiddetta “moria del kiwi” o a riconvertire la produzione.

I contributi previsti dalla legge regionale 30 dicembre 2020, n 25 “Legge di Stabilità regionale 2021”, anticipano le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, ai fini dell’attuazione della Delibera CIPE del 28 luglio 2020, n. 3.

Possono presentare istanza di concessione dei contributi previsti dal presente bando i soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere proprietari o aver titolo a disporre degli impianti per la produzione di kiwi ove si intendono realizzare gli interventi di cui al presente bando pubblico;
  • aver subito danni da moria del kiwi su impianti per la produzione di kiwi di cui si è proprietario in possesso del titolo a disporre, come da perizia asseverata da un tecnico competente in materia agricola o forestale iscritto al relativo ordine/albo professionale;
  • essere in possesso del fascicolo aziendale costituito ed aggiornato sul sistema informativo SIAN (DPR n. 503/1999) alla data di presentazione della domanda;
  • avere la qualifica di agricoltore in attività, ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento (UE) n.1307/2013.

Saranno ritenute ammissibili esclusivamente le domande presentate da soggetti per i quali non è stata superata la soglia prevista di € 25.000, di aiuti concessi in regime “de minimis” nell’arco di tre esercizi finanziari.

Gli interventi ammissibili sono i seguenti:

  • opere di regimazione e drenaggio delle acque superficiali;
  • lavorazioni del suolo per favorire lo sgrondo delle acque superficiali (rippatura);
  • realizzazione di baulatura del terreno su impianti di recente costituzione (impianti fino a tre anni);
  • sistemi di monitoraggio dell’umidità del suolo (tensiometri e sensori volumetrici);
  • coperture antigrandine;
  • apporto al terreno di sostanza organica e sovescio;
  • inerbimento;
  • nuovi impianti di actinidia in terreni diversi da quelli interessati dal fenomeno (delocalizzazione produttiva);
  • riconversione della produzione, ovvero impianto di altra coltura arborea in sostituzione degli impianti di actinidia irrimediabilmente compromessi dalla “moria”.

Le spese ammissibili sono tutte quelle sostenute a partire dalla data di presentazione della domanda per la realizzazione degli interventi sopra richiamati.

Scadenza: ore 23:59 del 18 dicembre 2021.

Contributi a sostegno delle imprese editoriali operanti nel Lazio

Contributi a sostegno delle imprese editoriali operanti nel Lazio

 

Due milioni di euro per la concessione di contributi a fondo perduto a sostegno delle imprese editoriali con sede operativa nel Lazio e ivi operanti mediante la produzione e diffusione di informazioni e format giornalistici di carattere locale con frequenza quotidiana, colpite dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19.

A tanto ammonta la dotazione finanziaria dell’avviso pubblico promosso da LAZIOcrea S.p.A. in nome e per conto della Regione Lazio.

I richiedenti possono presentare una sola domanda per una delle categorie di seguito indicate:

  1. Soggetti destinatari dei contributi ai sensi del Regolamento recante “Disposizioni transitorie per la concessione di contributi per l’anno 2020 a sostegno delle imprese editoriali operanti nel Lazio colpite dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria epidemiologica da COVID-19” di cui alla delibera di Giunta regionale del 21 luglio 2020 n. 579;
  2. Soggetti destinatari dei contributi ai sensi del: “Piano degli interventi 2019 – 2020 interventi a sostegno delle emittenti radiotelevisive e testate online locali. Legge regionale 28 ottobre 2016, n. 13 (disposizioni di riordino in materia di informazione e comunicazione) e successive modifiche” – Deliberazione consiliare del 15 dicembre 2020, n. 151.

Beneficiari del contributo sono i seguenti soggetti in possesso, alla data di pubblicazione del presente avviso di tutti i requisiti dallo stesso richiesti:

In relazione alla CATEGORIA A):

  1. emittenza televisiva locale ex analogica con trasmissione di segnale con tecnologia digitale terrestre (DTT);
  2. emittenza radiofonica locale con trasmissione di segnale con tecnologia analogica e digitale ovvero con tecnologie DAB/DAB+ o DRM/DRM+;
  3. emittenza radiofonica ed emittenza televisiva locale con trasmissione di segnale con tecnologie satellitari;
  4. stampa quotidiana e periodica locale;
  5. agenzie di stampa locali.

in relazione alla CATEGORIA B):

  1. emittenti radiotelevisive locali on line;
  2. testate giornalistiche locali on line.

Il contributo è comunque e in ogni caso ricompreso tra la soglia minima di 600 euro e il tetto massimo di 150.000 euro.

L’importo di ciascun contributo, spettante ai soggetti aventi titolo, sarà determinato sulla base dei sottoindicati Criteri individuati con la deliberazione di Giunta regionale del 4 dicembre 2020 n. 960, così come richiamati dalla delibera di Giunta regionale del 18 giugno 2021 n. 375:

  • Premialità Valore attribuito: 10%

La Premialità è concessa ai soggetti che, nei ventiquattro mesi antecedenti alla data di pubblicazione del presente avviso pubblico, abbiano svolto iniziative, progetti o programmi rientranti negli ambiti di cui all’articolo 3, comma 4, L.R. n. 13/2016, che non siano già stati oggetto di finanziamento da parte della Regione.

La Premialità sarà quantificata in misura proporzionale al numero complessivo di soggetti aventi diritto (in quanto in possesso del suddetto requisito).

  • Fatturato 2019 Valore attribuito: 45%

Questo Criterio sarà calcolato sulla base del fatturato 2019 in misura proporzionale alla somma dei fatturati 2019 dei richiedenti aventi diritto.

  • Unità di Personale Valore attribuito: 45%

Questo Criterio sarà calcolato sulla base delle Unità di Personale in misura proporzionale alla somma delle Unità di personale dei richiedenti aventi diritto. Per Unità di Personale si intende il numero di Contratti di lavoro (sia a tempo determinato sia indeterminato) in essere alla data di pubblicazione del presente avviso.

Ciascun contributo concesso non può essere in ogni caso superiore al calo del profitto subito dal richiedente nel 2020 rispetto al 2019. Per calo del profitto 2020 rispetto al 2019, si intende la differenza tra risultato di esercizio 2020 1 e risultato di esercizio 2019 2 . Ne consegue che, nel caso di soggetti che non registrino un calo del profitto nei termini sopra indicati, il contributo sarà pari a zero.

La domanda, redatta in carta semplice e sottoscritta dal legale rappresentante del proponente, dovrà essere presentata, completa di tutta la documentazione allegata richiesta dal presente avviso, con le modalità successivamente descritte, a partire dalle ore 10:00 del 18 ottobre 2021, da considerarsi data di apertura della ricezione delle domande.

Scadenza: ore 18:00 del 18 novembre 2021.

Bando Idea innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile 2021 – IX edizione

Bando Idea innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile 2021 - IX edizione

 

La Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, ha emanato la IX edizione del Bando Idea innovativa, la nuova imprenditorialità al femminile 2021 allo scopo di diffondere la cultura imprenditoriale femminile e favorire la crescita e lo sviluppo della realtà imprenditoriale femminile di Roma e provincia.

L’iniziativa si rivolge alle micro, piccole e medie imprese femminili operanti nel territorio di Roma e provincia che intendono realizzare un progetto imprenditoriale contraddistinto dall’originalità dell’attività svolta e/o dall’innovatività del processo produttivo, del prodotto o del servizio offerto, degli strumenti di commercializzazione o di assistenza alla clientela.

Per ciascuna delle cinque imprese femminili vincitrici, verrà erogato un contributo in denaro entro il tetto massimo di € 5.000,00.

In particolare, i destinatari dell’iniziativa al momento di presentazione della domanda devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • avere sede legale e/o unità operativa iscritta presso il Registro delle Imprese della Camera;
  • essere attive ed in regola con il pagamento del diritto annuale;
  • non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente e non essere sottoposte ad un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni;
  • non aver riportato protesti;
  • non aver ricevuto il contributo in una delle precedenti edizioni del presente Bando;
  • presentare il carattere di impresa individuale o collettiva “femminile”, ossia nello specifico:
    • se imprese individuali, avere titolare donna;
    • se società di persone o società cooperative, il numero delle donne socie deve rappresentare almeno il 60% della compagine sociale;
    • se società di capitali, le donne socie devono detenere almeno i due terzi delle quote di capitale e costituire almeno i due terzi del totale dei componenti dell’organo amministrativo.

Tutti i requisiti di cui sopra, devono essere posseduti, a pena di esclusione, alla data di presentazione della domanda di partecipazione.

Scadenza: entro le ore 14:00 del 15 novembre 2021.

Fondo rotativo regionale per il recupero delle aziende in crisi (WBO)

Fondo rotativo regionale per il recupero delle aziende in crisi (WBO)

 

La Regione Lazio (L.R. 13/2018 – art. 4, c. 40 e ss) ha istituito il Fondo rotativo regionale per il recupero delle aziende in crisi (Fondo WBO), finalizzato a sostenere operazioni per il recupero di aziende in crisi da parte di cooperative costituite da dipendenti o ex dipendenti (cd. Workers Buyout).

Con deliberazione n. 666 del 24 settembre 2019, modificata dalla deliberazione n. 717 dell’8 ottobre 2019, la Giunta Regionale ha approvato gli “Indirizzi e Criteri per la gestione del Fondo WBO” definendo i principi generali per l’accesso al Fondo e stabilendo di affidare a Lazio Innova il compito di individuare il gestore del Fondo WBO e di curare i rapporti con tale soggetto.

Finalità del Fondo WBO

Lo strumento consiste in un finanziamento agevolato – a tasso zero – e ha la finalità di sostenere l’acquisizione di aziende in crisi o oggetto di delocalizzazione, da parte dei dipendenti dell’impresa organizzati in forma cooperativa.

Il Fondo WBO, in particolare, finanzia l’affitto o l’acquisto di aziende, rami d’azienda o complessi di beni e contratti da parte di società cooperative costituite da lavoratori dipendenti dell’azienda in crisi o oggetto di delocalizzazione:

  • per effetto del diritto di prelazione ai sensi di quanto disposto dall’articolo 11, comma 2, del decreto – legge 23 dicembre 2013, n. 145 (convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n.9);
  • al fine del rilancio o della riconversione del sito produttivo a rischio chiusura a causa di delocalizzazione dell’attività economica.

Beneficiari

Società cooperative, appartenenti alla categoria produzione e lavoro, costituite per almeno i 2/3 da dipendenti di un’azienda in crisi o oggetto di delocalizzazione (Azienda di provenienza), che presentino un progetto industriale per il recupero dell’azienda.

Spese ammissibili e finanziamento concedibile

Sono ammissibili le spese inerenti all’attività d’impresa, come elencate nell’Avviso.

Il finanziamento è pari al 100% dei costi ammissibili; l’importo minimo è pari a 20.000 euro.

L’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero ed è concessa ai sensi e nei limiti dei Regolamenti UE n. 1407/2013 (de minimis) o n. 1408/2013 (de minimis agricoltura).

Apertura: 9.00 del 20 ottobre 2021.

Scadenza: 1° luglio 2029.

Tre milioni di euro per avvio centri polivalenti a favore di persone con disabilità

Tre milioni di euro per avvio centri polivalenti a favore di persone con disabilità

Tre milioni di euro di stanziamento per l’erogazione di contributi per promuovere l’attuazione di proposte progettuali a carattere sperimentale e innovativo, per la gestione di Centri polivalenti per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico ed altre disabilità con bisogni complessi, da parte di Enti del Terzo Settore (ETS).

Sono ammessi a partecipare alla presente procedura gli Enti del Terzo Settore di cui all’art. 4 del D.Lgs. n. 117/2017, in forma singola o in Associazione Temporanea di Impresa o di Scopo, costituita o costituenda, con comprovata esperienza pluriennale nel campo dell’inclusione di giovani e adulti con disabilità e/o esperienza specifica in progettualità relative a giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico.

Nei casi di presentazione di proposte da parte di Associazioni Temporanee di Impresa ovvero di Scopo, i Soggetti componenti dell’Associazione dovranno dichiarare di aver costituito l’associazione temporanea o l’intenzione di costituirsi in ATI o ATS (dichiarazione di intenti).

Nella proposta progettuale andranno specificate le motivazioni a costituire l’associazione temporanea, il ruolo e le funzioni di ciascun Ente all’interno della gestione del Centro polivalente, l’apporto specifico di ciascun Ente al progetto in termini di expertise, beni mobili e immobili, competenze e professionalità.

L’ETS individuato come capofila è il soggetto proponente. I partecipanti al progetto in forma di associati in associazione temporanea di impresa o di scopo vanno intesi come gestori del Centro polivalente a tutti gli effetti, attraverso l’associazione degli ETS coordinata da un capofila proponente.

I predetti Enti del Terzo settore, all’atto della presentazione della domanda, devono:

  • avere sede legale e operativa nel territorio della Regione Lazio;
  • risultare iscritti alla data di pubblicazione del presente avviso almeno in uno dei seguenti registri:
  • Registro nazionale del Terzo Settore di cui al D. Lgs. n. 117/2017;
  • Registro regionale del Lazio delle cooperative sociali di cui alla Legge Regionale n. 24 del n.27 giugno 1996;
  • Registro regionale del Lazio delle associazioni di promozione sociale di cui alla Legge Regionale n. 22 del 1° settembre 1999;
  • Registro regionale del Lazio degli organismi di volontariato di cui alla Legge Regionale n. 29 del 28 giugno 1993.

Il possesso dell’iscrizione ai Registri sopra menzionati deve permanere nei confronti dei soggetti proponenti (in forma singola o associata) per l’intero periodo di realizzazione del progetto.

Le proposte progettuali a carattere sperimentale dovranno prevedere la gestione biennale di un Centro polivalente, da intendersi come servizio innovativo, in rete e diffuso sul territorio, in grado di attivare processi di collaborazione eterogenei rispondenti ad una logica di offerta costruita intorno alla persona ed in linea con le sue esigenze, in ciascuna delle seguenti macroaree territoriali:

  • Roma – Città metropolitana di Roma
  • Lazio nord (Viterbo-Rieti)
  • Lazio sud (Latina-Frosinone)

La finalità generale dei Centri Polivalenti è quella di promuovere e attuare il coordinamento tra politiche integrate, afferenti ai diversi livelli di servizio rivolti alla persona con disabilità (scolastici, sanitari, sociali, del lavoro), ai fini della realizzazione di progetti individuali (art. 14, legge 328/00), con il protagonismo attivo dei beneficiari e delle loro famiglie.

Nello specifico i Centri polivalenti attivati:

  • Favoriranno percorsi personalizzati di inclusione sociale, volti alla capacitazione della persona in condizione di disabilità, alla valorizzazione e sviluppo delle competenze, al potenziamento delle autonomie e delle capacità di autodeterminazione, al miglioramento della qualità della vita, nel rispetto delle inclinazioni e delle volontà individuali del destinatario o espresse da chi lo rappresenta;
  • Sosterranno attività finalizzate alla piena partecipazione alla vita sociale e di comunità, con azioni di promozione di un approccio di welfare di comunità che supporti il progetto di vita della persona e contemporaneamente attivi processi generativi della comunità di riferimento;
  • Sosterranno l’avvio di percorsi confacenti alle aspirazioni e alle attitudini soggettive, propedeutici anche all’inserimento lavorativo nel rispetto della normativa regionale e nazionale di riferimento e favoriranno la sperimentazione di azioni sui contesti lavorativi, predisponendo ambienti inclusivi che sappiano rispondere al meglio alle necessità di accompagnamento.

Le attività dei Centri polivalenti perseguiranno pertanto i seguenti obiettivi:

  • facilitare la creazione di una rete territoriale che integri risorse e opportunità formali e informali che concorrono alla realizzazione dei progetti individuali delle persone destinatarie;
  • attivare interventi innovativi per la transizione all’età adulta, l’inclusione sociale e lavorativa della persona beneficiaria;
  • supportare il coordinamento tra la componente sociale, sanitaria e quella rivolta alle politiche attive del lavoro;
  • incentivare il protagonismo delle famiglie e delle associazioni dei familiari operanti nel territorio di riferimento, con servizi di auto-mutuo-aiuto, di consulenza/orientamento all’esercizio dei diritti e alla facilitazione dell’accesso ai servizi.

I Centri polivalenti svilupperanno azioni di inclusione sociale entro una cornice di presa in carico globale della persona, realizzando connessioni tra servizi attivi e offerte innovative, promuovendo nuovi investimenti o qualificando quelli in essere, agendo sia come fornitori di prestazioni assistenziali sia come agenzie di supporto alla rete per il management del progetto individuale.

Nell’ottica del principio di sussidiarietà e della piena promozione del rapporto tra pubblica amministrazione e le risorse del terzo settore territorialmente impegnate sul tema dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, il finanziamento regionale è destinato ad Enti del Terzo Settore che assumeranno il ruolo di gestore con le seguenti funzioni:

  • animazione della rete territoriale per costruire risposte personalizzate e innovative;
  • impulso alle progettualità dei beneficiari, congiuntamente ai servizi socio-sanitari di presa in carico;
  • promozione di un rapporto di alleanza e coordinamento con i servizi sociali e sanitari territoriali;
  • promozione del Centro polivalente come bene comune del territorio, attraverso il coinvolgimento della collettività nella fruizione degli spazi e delle finalità del servizio;
  • messa a disposizione di risorse strutturali, professionali, di servizio, utili ad implementare le azioni dei Centri polivalenti;
  • coinvolgimento di altri stakeholder pubblici e privati nel progetto anche al fine di individuare risorse economiche integrando differenti linee di finanziamento;
  • monitoraggio dei processi.

Le modalità organizzative e realizzative dei Centri polivalenti andranno a delineare nuovi modelli di servizio che la Regione intenderà acquisire al fine di mettere a sistema sul territorio regionale le prassi più efficaci.

Fermo restando il principio della scelta di una macroarea in fase di presentazione della proposta, il Centro polivalente funzionerà come servizio diffuso sul territorio.

A seguito della valutazione da parte di una commissione tecnica verranno individuate le proposte progettuali da finanziare. Gli Enti individuati presenteranno in una fase successiva un progetto esecutivo, che conterrà, tra l’altro:

  • l’attestazione dei partenariati formalizzati, con soggetti pubblici e privati del territorio;
  • la descrizione dettagliata dell’assetto organizzativo del Centro, in termini di risorse professionali e ruoli/funzioni individuati;
  • il cronoprogramma di attuazione;
  • la programmazione dei percorsi, in relazione ad un gruppo dei destinatari;
  • il piano finanziario dettagliato;
  • le modalità di monitoraggio dei processi.

La gestione del Centro polivalente è di esclusiva responsabilità dal soggetto aggiudicatario, in forma singola o associata, non essendo ammessa la delega della medesima gestione a terzi.

Le risorse regionali finalizzate alla gestione dei Centri polivalenti dovranno prevedere, a pena di esclusione, l’attivazione di misure e interventi per un minimo di 8 e un massimo di 20 destinatari.

Qualora il Centro polivalente metta in atto prassi virtuose di reperimento e integrazione di ulteriori risorse tali per cui la sperimentazione sul target previsto non rischi di essere inficiata (in termini di efficacia dei percorsi, qualità, quantità e appropriatezza degli interventi), è ammissibile l’ampliamento dell’offerta ad un numero superiori di destinatari. Il cofinanziamento dovrà trovare evidenza nella proposta progettuale. In virtù della cornice di sperimentazione del servizio, resta inteso che il numero dei destinatari non rappresenta elemento di valutazione delle proposte progettuali, se non entro i limiti minimi e massimi sopra posti.

I destinatari del Centro polivalente sono giovani e adulti (dai 18 anni compiuti) con disturbo dello spettro autistico e altre disabilità con bisogni complessi, nonché coloro che quotidianamente se ne prendono cura, i familiari e i caregiver.

I destinatari indiretti sono i cittadini del territorio della macroarea territoriale.

Oltre la sussistenza della certificazione che attesti la condizione di gravità, di cui all’art. 3 comma 3 della legge 104/92, la complessità del bisogno è elemento che esita da una valutazione multidimensionale in cui vengono considerati diversi fattori, compreso il profilo di funzionamento formulato su base ICF e valutazioni relative ai facilitatori e alle barriere ambientali. L’accesso al Centro polivalente è determinato da un processo di collaborazione tra i servizi pubblici di presa in carico e il Centro medesimo.

Le risorse disponibili complessivamente sono pari a 3 milioni di euro.

Per ciascun progetto selezionato la Regione erogherà un contributo fino ad un massimale pari a 750.000 euro per ciascun Centro polivalente. La Regione si riserva comunque di riprogrammare le eventuali economie e/o di incrementare la dotazione del presente avviso.

Scadenza: 23 ottobre 2021.

PO FEAMP, Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (2021)

PO FEAMP, Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (2021)

Uno stanziamento di 794.959,80 euro sui capitoli U0000A14145, U0000A14146, U0000A14147 dell’esercizio finanziario 2021 per la Misura 5.69 del PO FEAMP, “Trasformazione dei Prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura”.

È quello approvato dalla Regione Lazio per la Misura che, in linea con l’obiettivo tematico 3 “Migliorare la competitività delle PMI” del Quadro Strategico Comune per la programmazione 2014/2020, promuove la competitività delle aziende che operano nel settore della trasformazione e commercializzazione attraverso la realizzazione di investimenti finalizzati al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto sull’ambiente, al miglioramento della sicurezza, dell’igiene e delle condizioni di lavoro.

È prevista anche l’innovazione sia delle strutture che dei processi produttivi e, al contempo, la possibilità di lavorare sottoprodotti derivanti da attività di trasformazione principale, di prodotti dell’acquacoltura biologica, conformemente agli articoli 6 e 7 del Reg. (CE) n. 834/2007, di prodotti provenienti da catture commerciali che non possono essere destinate al consumo umano. Sono altresì contemplati, infine, investimenti per la realizzazione di prodotti nuovi o migliorati, che portano a processi nuovi o migliorati o sistemi di gestione e di organizzazione nuovi o migliorati.

Possono presentare domanda di finanziamento le Micro, Piccole e Medie Imprese (PMI) come definite nei criteri di ammissibilità delle operazioni del PO FEAMP 2014-2020 e nella Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003.

Le definizioni delle categorie di impresa di cui alla suddetta raccomandazione sono le seguenti:

  • la categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EURO oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EURO;
  • nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di EURO;
  • nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di EURO.

Le imprese richiedenti devono essere regolarmente iscritte alla Camera di Commercio e dal certificato di iscrizione dovrà essere possibile desumere quale attività primaria o secondaria delle imprese richiedenti: lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura eccetera; pesca e acquacoltura.

Le imprese rientranti nelle categorie sopra riportate sono ammissibili ai fini del presente avviso qualora dispongano di una sede legale all’interno del territorio dell’Unione Europea ed almeno una sede operativa all’interno del territorio della Regione Lazio.

La misura si applica all’intero territorio del Lazio, fatti salvi i vincoli di legge.

Si dovrà tener conto delle eventuali zone con particolari caratteristiche e valenze ambientali:

  • aree a rischio idrogeologico; – aree a rischio di erosione;
  • aree a rischio di inondazione costiera;
  • quadro Programmatico per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee;
  • quadro normativo per la difesa del suolo;
  • Aree Natura 2000;
  • presenza di criticità puntuali;
  • Aree Naturali Protette.

In linea con quanto previsto dall’art. 69 del Reg. (UE) n. 508/2014, sono ritenuti ammissibili a contributo gli interventi:

  • che contribuiscono a risparmiare energia o a ridurre l’impatto sull’ambiente, incluso il trattamento dei rifiuti;
  • che migliorano la sicurezza, l’igiene, la salute e le condizioni di lavoro;
  • che sostengono la trasformazione delle catture di pesce commerciale che non possono essere destinate al consumo umano;
  • che si riferiscono alla trasformazione dei sottoprodotti risultanti dalle attività di trasformazione principali;
  • che si riferiscono alla trasformazione di prodotti dell’acquacoltura biologica conformemente agli articoli 6 e 7 del regolamento (CE) n. 834/2007;
  • che portano a prodotti nuovi o migliorati, a processi nuovi o migliorati o a sistemi di gestione e di organizzazione nuovi o migliorati.

Sono considerate ammissibili al finanziamento del FEAMP le spese sostenute a decorrere dal 14 aprile 2020 (il dettaglio è elencato all’interno dell’avviso); al contempo, come recita l’art. 65 RDC paragrafo 6, non sono selezionate per il sostegno del FEAMP le operazioni portate materialmente a termine (o completamente attuate) prima che la domanda di finanziamento sia presentata dal beneficiario all’Autorità di gestione, a prescindere dal fatto che tutti i relativi pagamenti siano stati effettuati dal beneficiario.

La dotazione finanziaria prevista dall’avviso potrà essere integrata con le somme derivanti da economie di spesa di progetti già approvati o da incrementi del piano finanziario.

L’investimento massimo ammissibile sarà pari a 400.000 euro, mentre l’investimento minimo ammissibile sarà pari a 10.000 euro.

I progetti avranno una quota di cofinanziamento pubblico pari al 50% della spesa ammissibile ripartito nel modo seguente: – UE FEAMP – 50% – STATO – 35% – REGIONE – 15%.

Il contributo non è cumulabile con altre agevolazioni richieste a qualsiasi titolo ed ottenute dal beneficiario per le medesime spese.

In deroga a quanto sopra esposto, si applicano 30 punti percentuali aggiuntivi dell’intensità dell’aiuto pubblico per interventi connessi alla pesca costiera artigianale (allegato I al Reg. (UE) 508/2014).

Le risorse disponibili vengono assegnate sino a concorrenza delle medesime, con possibilità di concedere all’ultimo soggetto in posizione utile in graduatoria un contributo residuale, a copertura parziale del progetto di investimento reputato ammissibile.

Le domande ammissibili, ma non finanziate per carenza fondi, potranno essere finanziate in caso di ulteriori disponibilità, ovvero di rimessa in disponibilità di fondi derivanti da economie di spesa. Il beneficiario può richiedere alla O.I., entro e non oltre 90 giorni dalla data di adozione dell’Atto di concessione, l’erogazione di un anticipo per un importo massimo del 40% dell’aiuto pubblico relativo agli investimenti ammessi.

Scadenza: 23:59 del 29 novembre 2021.

Contributi per la realizzazione di interventi e azioni di promozione dei biodistretti

Contributi per la realizzazione di interventi e azioni di promozione dei biodistretti

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Valorizzare la promozione dei biodistretti al fine di diffondere la cultura del biologico e di stabilire un modello di sviluppo sostenibile tenendo conto dei quattro principi formulati in materia dalla Federazione internazionale dei movimenti dell’agricoltura biologica (IFOAM): benessere, ecologia, equità e precauzione.
È questa la finalità dell’avviso pubblico da 400mila euro a sostegno di interventi e iniziative dei biodistretti riconosciuti dalla Regione Lazio e ivi localizzati.
Possono presentare domanda e relativa proposta i soggetti gestori di biodistretti già riconosciuti ai sensi dell’art.4 del Regolamento regionale “Disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti” o che abbiano richiesto e ottenuto la conferma di riconoscimento ai sensi dell’art.13, comma 1 del Regolamento stesso.
I soggetti gestori al momento della presentazione della domanda dovranno essere già costituiti in una delle forme giuridiche conformi all’ordinamento previsto dal Codice civile in materia di forme associative e societarie tra soggetti pubblici e privati ed avere sede nel Lazio.
I contributi sono concessi, nel rispetto della normativa europea vigente in materia di aiuti di Stato e di quanto previsto dai commi 2 e 3 dell’articolo 7 della legge, in misura non superiore all’80% del costo complessivo del progetto presentato e, comunque, nel limite massimo di:
  • 50.000 euro per gli interventi in conto capitale;
  • 25.000 euro per gli interventi in parte corrente;
  • 15.500 euro per la realizzazione delle attività di cui all’articolo 5, comma 1 della legge.
Le domande ammissibili, ordinate in apposita graduatoria, sono finanziate sino all’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili.
Sono ammessi a contributo progetti che abbiano per oggetto la realizzazione:
  • degli interventi e/o dei progetti di cui alla legge regionale 11/2019, art.4, comma 2, previsti dai Piani triennali adottati dai biodistretti,
  • per il raggiungimento degli obiettivi e dei risultati previsti, con particolare riguardo allo sviluppo dell’agricoltura biologica;
  • per l’uso razionale ed eco sostenibile delle materie prime e delle risorse energetiche;
  • che i Comuni ricompresi nel territorio del biodistretto sono tenuti a realizzare per assicurare le percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa vigente in materia;
  • per regolamentare e ridurre l’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti di sintesi; per promuovere il recupero ambientale delle aree di escavazione dismesse situate nel territorio dei comuni del biodistretto;
  • per promuovere investimenti a sostegno della filiera agroalimentare ed in particolare le attività di trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agroalimentari;
  • di azioni di promozione, informazione e sviluppo dei biodistretti, come previsto dall’art. 5 della Legge regionale del 12 luglio 2019 n.11 tra cui:
    • studi e indagini di mercato e di settore;
    • azioni informative e di educazione alimentare;
    • organizzazione o partecipazione a concorsi, mostre e fiere;
    • diffusione di conoscenze scientifiche;
    • pubblicazione di cataloghi o realizzazione di siti web.
Le proposte di progetto devono essere realizzate entro un anno decorrente dalla comunicazione di ammissibilità della domanda, salvo proroghe opportunamente motivate e richieste per esigenze oggettive relative all’espletamento delle attività progettuali.
Scadenza: 10 novembre 2021

POR FSE, Interventi e reti per l’inclusione sociale dei migranti afghani sul territorio del Lazio

POR FSE, Interventi e reti per l’inclusione sociale dei migranti afghani sul territorio del Lazio

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L’Assessorato Lavoro e Nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione, tramite la Direzione Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro della Regione Lazio, ha promosso un avviso finalizzato a sostenere progetti di inclusione sociale rivolti ai migranti afghani presenti sul territorio del Lazio.

Alla luce di quanto sta accadendo in Afghanistan e allo scopo di garantire adeguata accoglienza e protezione alla popolazione migrante afghana, il bando sostiene la realizzazione di azioni integrate a livello territoriale che possano mettere a disposizione percorsi di inclusione di carattere alloggiativo, linguistico, lavorativo e scolastico, da rivolgere ai migranti afghani che giungeranno sul territorio si prospetta, quindi, la possibilità di un nuovo acuirsi dei flussi migratori in Italia che potrebbe compromettere la tenuta degli attuali sistemi di accoglienza.

Nel quadro delle azioni già attivate dalla Regione Lazio a supporto dei migranti, dei transitanti e dei richiedenti asilo, si intende, pertanto, realizzare un intervento specifico volto alla creazione e allo sviluppo di reti per l’inclusione sociale dei migranti afghani, con il coinvolgimento attivo delle associazioni e organizzazioni del terzo settore che operano sul territorio regionale, al fine di definire un modello di governance e di erogazione di servizi standardizzati e conseguire così elevati livelli di qualità per l’erogazione dei servizi stessi.

È stato pertanto approvato un avviso a valere del POR FSE 2014-2020, che prevede il finanziamento e la messa in rete di iniziative integrate di politica attiva, da realizzare per il tramite di soggetti qualificati che, a vario titolo e in linea con la normativa regionale, già intervengono nelle attività di presa in carico, di attivazione di categorie fragili, di sperimentando progetti di innovazione sociale e di lotta alla povertà.

L’avviso prevede quindi il sostegno alla realizzazione di progetti contraddistinti da due azioni di carattere complementare:

Azione 1: rivolta alla realizzazione di attività di presa in carico e sostegno dei migranti afghani, in un’ottica di rafforzamento ed empowerment personale;

Azione 2: volta al potenziamento e alla messa in rete dei soggetti attuatori su scala territoriale, in un’ottica di sistema.

L’avviso stabilisce che ogni progetto dovrà prevedere obbligatoriamente la realizzazione dell’Azione 1 e dell’Azione 2.

All’interno dell’Azione 1, il soggetto proponente dovrà prevedere, ai fini dell’ammissibilità della proposta progettuale, una o più azioni tra quelle indicate nell’Avviso (Categorie 1 e II).

Per quanto concerne l’Azione 2, il soggetto proponente dovrà dettagliatamente descrivere, all’interno della proposta progettuale, la modalità di realizzazione di azioni integrate in rete specificamente rivolte all’accoglienza e all’integrazione della popolazione migrante afghana, incluse le scelte del proponente per consentire una più ampia e strutturata azione di sistema che consenta l’attuazione di quanto previsto dall’avviso per la Categoria III – Interventi di politica attiva per l’inserimento lavorativo e l’accesso alla formazione professionale e alta formazione.

Sono destinatari del presente avviso prioritariamente le seguenti categorie di soggetti:

  • cittadini afghani che hanno collaborato con la comunità internazionale e personalità che si sono esposte a favore dei diritti umani e civili, in arrivo in Italia tramite ponti aerei;
  • collaboratori afghani dell’ambasciata italiana, del contingente militare a Kabul e presso il comando di Herat e le loro famiglie, in arrivo in Italia tramite ponti aerei;
  • potenziali migranti in arrivo nel paese – anche tramite eventuali corridoi umanitari – che potranno richiedere la protezione internazionale;
  • potenziali migranti “transitanti” sul territorio regionale e nazionale verso altri paesi, non inseriti nei programmi di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, che non godono di copertura socio-sanitaria e non si rivolgono ai servizi di base/prima assistenza per immigrati, in ragione della loro stessa dimensione di temporaneità sul territorio.

I progetti hanno una durata massima di 18 mesi, salvo proroghe autorizzate dall’Amministrazione. Per ogni singolo destinatario, il percorso individuale e le relative azioni che lo articolano non potranno avere durata superiore ai 12 mesi.

Possono presentare proposte progettuali enti del terzo settore, di cui al D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo Settore) in forma singola o, se in forma associata, costituiti o che intendano costituirsi in Associazione Temporanea di Imprese (ATI) o, ancora, in Associazione Temporanea di Scopo (ATS).

Nelle more dell’operatività del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e ai sensi dell’art. 101 (norme transitorie e di attuazione), comma 2 del Codice, il requisito dell’iscrizione al Registro Unico Nazionale del terzo settore deve intendersi soddisfatto da parte degli enti attraverso la loro iscrizione, alla data di pubblicazione del presente Avviso, in uno dei registri attualmente previsti dalle normative di settore.

In caso di ATI/ATS, questa può essere composta dai seguenti soggetti:

  • almeno un ente del terzo settore, di cui al D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo Settore).
  • operatori della formazione già accreditati o che abbiano presentato domanda di accreditamento prima della presentazione della proposta, nell’ambito della formazione professionale e dell’orientamento ai sensi della D.G.R. n. 968/2007 e s.m.i. in possesso di codici ISFOL/ORFEO compatibili con i servizi erogati;
  • altri soggetti pubblici o privati non rientranti tra gli enti del terzo settore, motivandone la richiesta, fermo restando in capo al soggetto capofila il possesso dei requisiti indicati dall’avviso.

I soggetti del terzo settore devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • documentata esperienza con riferimento ad attività di presa in carico analoghe a quelle del presente avviso con riferimento alle categorie di destinatari con caratteristiche analoghe a quelli oggetto dell’intervento proposto;
  • sede legale e operativa nella regione Lazio, oppure con sede legale al di fuori dalla regione Lazio, ma almeno con una sede operativa ubicata nel territorio regionale.

Le proposte, senza soluzione di continuità e con assegnazione “on demand”, potranno essere presentate dalle ore 9:30 del 15 ottobre 2021 fino a esaurimento delle risorse.

PSR FEASR, Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie

PSR FEASR, Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie

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Sostenere i “progetti pilota” derivanti dallo sviluppo dell’idea progettuale innovativa presentata da parte dei Gruppi Operativi (GO) che si sono costituiti e che hanno svolto le attività nell’ambito della sottomisura 16.1 del PSR Lazio.

È questa la finalità del bando pubblico per il quale la Regione Lazio ha stanziato 7.592.926,88 euro a valere sul PSR FEASR 2014-2020. Il bando è destinato ai Gruppi Operativi per la realizzazione di progetti pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi, tecnologie nel settore agricolo, agroalimentare e forestale. I progetti pilota devono avere come obiettivo l‘applicazione e/o l’utilizzo di risultati della ricerca già effettuata e la cui valorizzazione è promettente per dare riposte in termini pratici e concreti ai fabbisogni di innovazione delle aziende agricole, agro-alimentari e forestali.

Un Gruppo Operativo può presentare domanda di sostegno nell’ambito della presente sotto-misura 16.2 solamente dopo aver presentato la domanda di pagamento nell’ambito della sotto-misura 16.1. Le condizioni di ammissibilità sono definite all’articolo n. 4 del bando. La principale è il mantenimento del requisito di innovatività riconosciuto nell’ambito della Sotto-misura 16.1 per l’idea progettuale presentata dal medesimo GO. Ciascun Gruppo operativo deve sviluppare e attuare un’innovazione nell’ambito della Focus Area per la quale è stata finanziata la domanda di sostegno della Sotto-misura 16.1 presentata dal medesimo Gruppo Operativo. Costituisce inoltre condizione di ammissibilità l’inserimento del “legame associativo” con tutti i partner del GO nel fascicolo aziendale del Capofila.

È previsto un sostegno sotto forma di contributo in conto capitale per un importo pari al 100% del costo totale ammissibile, fino ad un massimo di 200.000 euro per domanda di sostegno.

Scadenza: 26 novembre 2021

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